Dove Siamo - S.Giovanni in Valle
Un borgo tra storia e leggenda
Ci troviamo in una zona del centro storico detta Veronetta, nell'antico Borgo di S.Giovanni in Valle, un verde angolo di Verona, poco conosciuto (situato a circa 2 km dall'Arena), che custodisce ricche testimonianze di epoca paleocristiana, longobarda e medievale, avvolte in quella sottile aura di tempi lontani in cui storia e leggenda si confondono.
Partendo da Piazza Isolo e risalendo via Ponte Pignolo, si giunge in via S.Giovanni in Valle; qui, dopo pochi metri, sulla sinistra, si apre un grande volto che porta ad un vasto terreno cintato da antiche mura, detto CORTE DEL DUCA. Il toponimo ci dice che in quest’area sorgeva la reggia di Alboino, Re dei Longobardi, che nell’autunno del 568 conquistò la città facendone il suo quartier generale e istituendo il Ducato di Verona.
Le origini della Corte però sono ben più antiche, e risalgono agli anni in cui il Re degli Ostrogoti, Teodorico, ebbe a Verona il suo Palazzo. Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum racconta che, dopo una notte di gozzoviglie a Verona, nella reggia che era stata di Teodorico, Alboino bevve del vino in una coppa ricavata dal cranio di Cunimondo, padre di Rosmunda, fatta prigioniera e costretta a diventare sua moglie: secondo la tradizione, anche Rosmunda fu obbligata a bere nel teschio di suo padre! Per vendicarsi delle crudeltà subite, Rosmunda ordì una congiura contro il marito Alboino che fu assassinato il 26 giugno 572.
Esiste anche un’altra leggenda su Rosmunda: disperata, per non sottostare ad Alboino, avrebbe tentato di suicidarsi lasciandosi morire di fame; a salvarla sarebbe stato il cuoco di corte che per lei inventò una nuova ricetta energetica, la “Pearà”, la salsa a base di brodo e pane grattugiato, che ancora oggi è una specialità che accompagna i “bolliti”.
Nei secoli successivi le suore di S.Chiara (le Clarisse) furono le abitanti più longeve di questa area che fu un monastero di clausura dal Quattrocento al 1964, con una propria chiesa dedicata alla patrona, un camposanto e terreni coltivati ad orto.
A tale periodo risale la rota proiecti (ruota degli esposti) ancora presente nel chiostro: una feritoia nel muro del convento, abbastanza larga per poter posarci un neonato e dotata di un meccanismo girevole che permetteva di introdurre il bimbo (cosiddetto Celestino), abbandonandolo in anonimato.
A nord della Corte si erge, nel suo bel tufo dorato, la CHIESA DI SAN GIOVANNI IN VALLE, edificata nel VI secolo e ricostruita dopo il forte terremoto che nel 1117 colpì Verona.
Si presenta con una facciata sobria, liscia, divisa verticalmente in tre sezioni che corrispondono alle navate interne, ornata solo da un protiro pensile che poggia su minute colonne in marmo.
Sul fianco destro della chiesa, oltre il bel chiostro e il campanile romanici, si trova la canonica, che, vecchia di 900 anni, è la casa abitata più antica della città.
L’interno della chiesa è basilicale, con tre navate divise da un’alternanza di pilastri ed esili colonne di marmo rosso. Le pareti hanno affreschi del tardo Medioevo e un tabernacolo del Quattrocento.
Nella cripta sotterranea sono custoditi due pregiati sarcofaghi di marmo: uno paleocristiano del IV secolo, decorato con scene bibliche, contiene le reliquie dei santi Simone e Giuda Taddeo; l’altro, romano, del III secolo, è ornato da un altorilievo di una coppia di sposi posti al centro di una elaborata conchiglia.
È questo un luogo dove si respira una profonda religiosità e in cui riti pagani, ariani e cattolici si sono susseguiti e stratificati nel corso dei secoli. La chiesa infatti sorge sopra un’antica area sepolcrale romana in cui era presente un tempio dedicato al dio Sole; poi, durante le dominazioni dei Goti e dei Longobardi, accolse la loro cattedrale intitolata a S. Giovanni Battista, la cui festa cade proprio nei giorni del solstizio d’estate, che tanto erano celebrati dagli adoratori del dio Sole.
A pochi passi dalla chiesa si apre la PIAZZA CISTERNA, simile a un campiello veneziano, ancora ornato, al centro, dal pozzo della grande cisterna sotterranea, in cui veniva raccolta l’acqua che scendeva a valle dalla vicina Fontana del Ferro. Il grande serbatoio che riforniva gli abitanti del popolare rione e il monastero, fu costruito nella prima metà del XV secolo e rimase in funzione fino alla fine del XIX.
Risalendo lungo Salita Fontana del Ferro, si arriva in pochi passi a VILLA FRANCESCATTI, una nobile e stupenda dimora cinquecentesca che appartenne alla famiglia dei Della Torre, quindi degli Algarotti, Zenobio, Odoli, Dal Bovo, Palazzoli e infine ai Fracescatti che, nella seconda metà del Novecento la donarono alle Suore della Sacra Famiglia, con il vincolo testamentario di farne una casa per le fanciulle orfane e disagiate. Varie volte ampliata nel corso dei secoli, è stata recuperata nel 1978, dopo un lungo periodo di degrado che ha visto inselvatichire anche il maestoso giardino. I lavori di restauro hanno riportato la villa all’aspetto originario e ripristinato il grande parco, che si estende su una superficie di oltre 5000 metri, con piante secolari, grotte e vedute incantevoli. Le sue stanze affrescate oggi ospitano uno degli Ostelli della Gioventù più belli d’Europa.
Proseguendo, la strada si inerpica rapidamente sulla collina e, dopo circa 200 metri, si arriva ad un incrocio in cui è presente la millenaria FONTANA DEL FERRO, da cui sgorga un'acqua che i veronesi apprezzano per la sua rinomata salubrità.
La Fontana è detta “Del Ferro” dal nome della dea Feronia, divinità romana della fertilità, protettrice dei boschi e delle messi, in accordo con il carattere mistico del luogo, dove, in epoca romana, venivano celebrati rituali propiziatori. Ancora oggi ogni anno, in coincidenza del solstizio d'estate (21 giugno), vi si svolge una piccola festa di quartiere con banda musicale, canti popolari e recite della vecchia tradizione contadina.
Da qui parte un sentiero sterrato che invita ad una bella passeggiata nella natura lungo le antiche MURA SCALIGERE, la possente cintura difensiva fatta costruire nel Trecento da Cangrande Della Scala a difesa della zona collinare della città. La cinta è formata da cortine e torri, protette da un profondo fossato scavato nel colle: il materiale ricavato dallo scavo è stato impiegato per l'edificazione della muraglia, alta 8/9 metri e spessa 1 e 1/2. Gli spigoli delle torri sono di laterizio, con la caratteristica lavorazione scaligera “a denti di sega” per ottenere un miglior collegamento con i muri delle pareti, costruite in pietra e tufo, alternate a file orizzontali di laterizio, in corrispondenza di ogni “dente di sega”. Rafforzata dai Veneziani nel Cinquecento e dagli Austriaci nell'Ottocento, la possente opera difensiva si presenta ancora oggi in buono stato di conservazione e offre dalle sue torri una stupenda vista panoramica sulla città.
Seguendo le Mura per poco più di 1 chilometro, si arriva a S. ZENO IN MONTE davanti alla Casa Madre dell'Opera Don Calabria, dove si trovano vari edifici religiosi e l'abitazione in cui visse il santo Giovanni Calabria.
Scendendo per la Via SCALA SANTA, si percorre a ritroso il suggestivo percorso di un'antica Via Crucis: una lunga scalinata in pietra bianca che gli abitanti del borgo risalivano in preghiera durante le celebrazioni della Settimana Santa, sostando davanti ad ogni “stazione” scolpita nella parete.
Scendendo ancora, si percorre lo stretto Vicolo Pozzo e si ritorna alla Corte del Duca, dove era iniziato il nostro percorso.
All'angolo tra Vicolo Pozzo e Via S.Giovanni in Valle si può visitare il MUSEO AFRICANO dei Padri Comboniani, una ricca collezione allestita per mostrare ai Veronesi le realtà culturali dei popoli tra cui vivono i missionari.
La nostra struttura “Residenza AD OLIMPIAM” si trova quasi alla fine di Via Fontana del Ferro, in un tranquillo tratto di strada chiusa. Da qui, risalendo la collina e proseguendo a sinistra oltre la Fontana del Ferro, si raggiungono in breve (3oo metri circa) IL CASTELLO di TEODORICO (ruderi) e il CASTELLO S.PIETRO, posto in cima all'omonimo colle che si eleva per qualche centinaia di metri alle spalle del Teatro Romano. Dal piazzale antistante si gode una vista spettacolare su tutta la città.
Il Castello S.Pietro è una caserma militare asburgica, costruita nel 1850 sui resti di una precedente rocca medioevale.
Sebbene abbia le geometrie rettilinee tipiche dell'architettura imperiale austriaca, la fortezza è stata realizzata per integrarsi con l'ambiente circostante, utilizzando materiali tipici dell'architettura veronese: muratura in pietra e paramenti in mattone per le strutture verticali, laterizio per le volte, pietra e tufo per gli elementi ornamentai.
La scoperta di alcune tombe Longobarde proprio in un muro della scalinata di accesso al Castello S.Pietro, fece credere a molti archeologi di avere trovato la tomba di Alboino, che qui fu sepolto, dai suoi fedeli, secondo la tradizione, dopo essere stato assassinato in una congiura ordita dalla moglie Rosmunda.
Chiesa di San Giovanni in Valle




Cripta

Sarcofago Paleocristiano del III sec.

Sarcofago Romano

Villa Fracescatti

Piazza Cisterna
La Fontana del Ferro
La Lasagna

La grotta dove Alboino gozzovigliava con gli amici

Castel S.Pietro

Panorama dal castello


San Zeno in Monte Don Calabria


Via Crucis
Tramonto dalla “Via Crucis”

Le antiche Mura Scaligere

La chiesa di Don Calabria

Panorami dai balconi di casa Olimpia
